Il dente necrotico è un dente la cui polpa si trova in una fase terminale per via dei tessuti molli vitali che vanno incontro a una decomposizione. Ciò accade, a livello clinico, quando i vasi sanguigni circostanti alla polpa si danneggiano. Il perché questo avvenga può dipendere da fattori di vario tipo.
La necrosi dentale
La necrosi dentale è una condizione clinica che può riguardare uno o più denti. Si tratta di un processo lento che porta un dente a morire a poco a poco, diventando lentamente nero e causando mal di denti e intensi fastidi.
Un dente necrotico, infatti, è lo stadio successivo della pulpite: un’infiammazione della polpa dentaria derivante da carie pregresse che non sono state trattate adeguatamente, o a causa di traumi che incidono sull’afflusso di sangue alla polpa dentale o ancora per effetto di restauri multipli e procedure invasive sul dente.
Sintomatologia di un dente necrotico
Un dente necrotico può manifestarsi in vari modi. Non sempre è immediatamente doloroso, ma alcuni segni possono essere un campanello d’allarme:
- Dolore: lieve o acuto, ma che spesso aumenta con il passare del tempo.
- Gonfiore: l’area attorno al dente può gonfiarsi a causa dell’infezione.
- Alterazione del colore: il dente può diventare da scuro a grigio, fino a nero.
- Alitosi o cattivo gusto in bocca: dovuto alla presenza di batteri e tessuto in decomposizione.
È essenziale consultare un dentista al primo segno di un dente necrotico. La diagnosi precoce può aiutare a prevenire ulteriori complicazioni.
Diagnosi
La diagnosi di un dente necrotico avviene attraverso una combinazione di esami clinici, anamnesi del paziente e tecniche di imaging come le radiografie. Ecco i passaggi generalmente seguiti dal dentista o endodontista:
- Storia clinica: durante la visita, il dentista raccoglierà informazioni sulla storia del dolore, la sua durata, intensità e possibili eventi scatenanti. Ad esempio, un trauma passato, anche se avvenuto anni prima, potrebbe portare alla necrosi della polpa.
- Esame visivo: il dentista esaminerà la bocca del paziente, prestando particolare attenzione a eventuali discolorazioni del dente o ascessi visibili nelle gengive.
- Percussione: piccoli colpetti sul dente con uno strumento possono rivelare sensibilità o dolore, suggerendo una possibile necrosi o un’infezione in corso.
- Test di vitalità pulpare: questi test determinano se la polpa del dente è viva o morta. Un comune test di vitalità implica l’applicazione di freddo (ad esempio, con un batuffolo di cotone imbevuto di liquido refrigerante) sul dente. Se non c’è risposta al freddo, potrebbe indicare che la polpa è necrotica.
- Radiografie (radiologia) dentale: per esaminare la radice del dente e l’osso circostante. Una polpa necrotica può mostrare segni di infezione o danni all’apice della radice. Questa tecnica può anche mostrare carie profonde o traumi precedenti al dente.
- Test termici: oltre alla tecnica del freddo, il dentista può applicare del calore al dente per valutare la risposta. Una mancata reazione alle alte o basse temperature somministrate localmente può suggerire una necrosi in corso.
È importante sottolineare che un dente può non rispondere ai test di vitalità per vari motivi, e una risposta negativa non conferma sempre una polpa necrotica. La combinazione di sintomi clinici, storia del paziente e risultati radiografici aiuta il dentista a stabilire una diagnosi accurata.
Come si tratta un dente necrotico
I denti necrotici rappresentano una condizione irreversibile che, però, può essere trattata per evitare dolori e soprattutto un’estensione della problematica ad altri denti oppure l’insorgere di altre patologie gravi come: un ascesso, un granuloma apicale, una cisti radicolare o una parodontite.
Il tipo di trattamento del dente necrotico dipende dalla sua gravità, ossia dal grado di necrosi a cui è giunta la polpa. Le soluzioni sono principalmente due:
- la devitalizzazione del dente, anche detta cura canalare, cioè la rimozione della polpa dentale e del tessuto necrotico presenti. Un’operazione che si rende necessaria per il risanamento di denti particolarmente danneggiati come quelli necrotici e che ha lo scopo di ripulire il dente e fare in modo che non vi crescano batteri;
- l’estrazione, ossia la rimozione totale del dente e la sua successiva sostituzione con materiale artificiale tramite un intervento di implantologia, che restituisca le corrette funzionalità masticatorie, articolatorie ed estetiche. In ottica conservativa, tale scelta è sempre l’ultima possibile e viene messa in atto solo nei casi in cui non si possa proprio procedere in nessun altro modo.
Per evitare di andare incontro alla necrosi di un dente è fondamentale eseguire una buona igiene orale quotidiana che includa, oltre allo spazzolino, anche il filo interdentale, adottare una dieta sana, ricca di vitamine e minerali che rinforzano i denti e li mantengono in salute e sottoporsi a regolari controlli dal dentista.