L’agenesia dei denti (o agenesia dentaria) indica l’assenza di uno o più denti, o meglio il loro mancato sviluppo, e può interessare sia i denti da latte in età pediatrica che i denti permanenti. Si stima che in Italia questa problematica colpisca tra il 3 e il 5% della popolazione.

L’assenza di uno o più denti è una condizione da non sottovalutare perché può comportare difetti nella funzionalità masticatoria e fonatoria del paziente, oltre a creare spazi vuoti nell’arcata dentale che possono influire negativamente sull’aspetto del sorriso.

Cos’è l’agenesia dentale e quali sono le cause

L’agenesia dentale rientra tra le cosiddette “anomalie di numero” e può essere classificata a seconda di quanti sono i denti mancanti: si parla di ipodonzia se l’assenza riguarda meno di 6 denti; di oligonzia se mancano più di 6 denti e di ablastodonzia se vi è l’assenza di tutta la dentatura.

La mancanza dei denti può avere natura congenita o acquisita. In entrambi i casi, la causa è la mancata formazione dei follicoli dentali: gli involucri che accolgono il dente quand’è ancora sotto la mucosa orale e che sono deputati allo sviluppo regolare della dentizione. L’assenza di questi follicoli è imputabile a varie cause: un difetto genetico, uno squilibrio ormonale, un trauma, un’infezione, un trattamento medico pesante (come, ad esempio, la chemioterapia) oppure una condizione di malnutrizione.

Le conseguenze dell’agenesia dei denti

I denti più coinvolti sono i terzi molari, gli incisivi laterali superiori oppure gli incisivi inferiori e le conseguenze principali interessano varie funzionalità e ambiti della vita del paziente:

• la masticazione, i cui difetti si possono tradurre in problemi di malocclusione e affollamento dentale;
• la fonazione che, se scorretta, si ripercuote sulla pronuncia delle parole inficiando le capacità linguistiche;
• il posizionamento errato dei denti che causa difficoltà nella pulizia orale e, quindi, favorisce l’insorgere di carie;
• il fattore estetico che gioca un ruolo importante: la mancanza di uno o più denti può infatti creare un’insicurezza emotiva del paziente e provocare un certo disagio sociale.

Per individuare e poter correggere in età evolutiva problematiche come l’agenesia è importante iniziare con controlli periodici dei denti fin dalla tenera età. La Società Italiana di Pediatria e il Ministero della Salute raccomandano un primo incontro tra dentista, bambino e genitori intorno ai 2 anni, per effettuare un esame della dentizione e individuare eventuali anomalie da correggere.

I trattamenti per correggere l’agenesia dei denti

La prevenzione riveste un ruolo chiave per formulare una diagnosi precoce di questo disturbo e, quindi, per poter individuare il trattamento più indicato, che può consistere in: 

• un trattamento ortodontico con l’impiego di apparecchio ortodontico fisso o di un allineatore trasparente che ridisponga i denti presenti nel cavo orale. Questo metodo è consigliato in mancanza di denti non visibili, come i molari e i premolari;
• un intervento di implantologia, cioè il riempimento degli spazi lasciati vuoti dall’agenesia tramite l’inserimento di una vite nell’osso e la successiva applicazione di protesi artificiali fisse. Questa soluzione è più adatta nei casi di mancanza di denti incisivi o comunque ben visibili.

Per la prevenzione in età infantile, in Progetto Sorriso abbiamo sviluppato il Progetto Bimbi Sani: un percorso che inizia verso i 5/6 anni e accompagna il piccolo paziente fino ai 14 anni, con un programma di controlli mirati a cadenza periodica, allo scopo di individuare precocemente possibili problematiche e patologie.

L’obiettivo primario di questo percorso, che costruiamo con i genitori, è quello di creare maggiore consapevolezza ed educare tutta la famiglia ad abitudini corrette per la prevenzione di patologie e disturbi del cavo orale. Un bambino abituato a curare l’igiene orale fin da piccolo, molto probabilmente manterrà delle corrette abitudini anche da adulto, assicurandosi così una dentatura più sana. 

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